Il Futuro dell’ istruzione è a portata di un click

Il progetto Campbus, organizzato dal Corriere della Sera, ha coinvolto scuole italiane in un’esperienza pratica su tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale. Gli studenti hanno creato video, podcast e interviste. Dopo la presentazione degli elaborati, il vincitore è il Liceo Classico Andrea D’Oria di Genova.

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Storia del Liceo Classico Andrea d’Oria di Genova

Il Liceo Classico Andrea D’Oria di Genova nacque nel 1623 con le Scuole Pie. Trasformato in Scuole Civiche durante la Rivoluzione Francese, divenne un’istituzione pubblica di prestigio…

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Oggi, nella lotta alla mafia, a fare la differenza è l’indifferenza

di Francesca Custo, Rebecca Fineschi, Alice Villa, 2d

Non si uccide solo con le armi, il potere criminale non ha più bisogno di sparare o di
usare le forme arcaiche, i mafiosi sono parassiti che agiscono da dentro
”.

Queste le parole di Don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera, ospite al Salone del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale di Genova nell’ultima giornata del BookPride, in occasione della presentazione del libro intitolato “Punto e a capo. Storia ed evoluzione di mafia e antimafia in Liguria” a cura di Marco Antonelli, Stefano Busi e con la prefazione di Luigi Ciotti.

Lo scopo di questa pubblicazione è quello di raccontare la storia della mafia ligure sotto diversi punti di vista, affinché i cittadini si sentano sollecitati a testimoniare, non rimanendo indifferenti alla storia di presenze mafiose della ‘ndrangheta nella sanità, nell’ambiente, nei porti, e nella politica della nostra regione. Una vicenda lontana nel tempo, come una riunione per il contrabbando di bergamotto a Ventimiglia, segnala un ‘ndrangheta non infiltrata ma già radicata nel nostro territorio fin dal 1954.

Molti sono gli uomini citati da Don Ciotti che hanno lottato contro questo male in Sicilia e non solo:

Pio La Torre, ucciso il 30 aprile 1982, quattro mesi prima dell’introduzione della legge da lui promossa, detta poi “Rognoni-La Torre”, che introdusse nel codice penale l’articolo che prevedeva per la prima volta il reato di “associazione di tipo mafioso” e la confisca dei patrimoni di provenienza illecita.

Carlo Alberto dalla Chiesa nominato prefetto a Palermo per contrastare Cosa Nostra e dopo solo quattro mesi dal suo insediamento ucciso a Palermo il 3 settembre del 1982 insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro.

Il generale Carlo Alberto dalla Chiesa

 

Il magistrato Bruno Caccia

Bruno Caccia, Procuratore della Repubblica a Torino, vittima di un agguato criminale il 23 giugno 1983, a causa delle sue indagini sui traffici della ‘ndrangheta in Piemonte.

Don Ciotti ricorda che Libera è una rete di associazioni che dal 1995 si sono unite non solo contro le mafie, la corruzione e le dipendenze ma soprattutto per la giustizia sociale, la ricerca di verità e per una politica trasparente perché come aveva detto Don Luigi Sturzo il crimine da organizzato è diventato NORMALIZZATO:

«La mafia stringe nei suoi tentacoli giustizia, polizia, amministrazione, politica; la mafia oggi serve per domani essere servita, protegge per essere protetta, ha i piedi in Sicilia ma afferra anche a Roma, penetra nei gabinetti ministeriali, nei corridoi di Montecitorio, viola segreti, sottrae documenti, costringe uomini creduti fior d’onestà ad atti disonoranti e violenti. Il dubbio, la diffidenza e la tristezza invadono l’animo dei buoni e si finisce per disperare. È la rivelazione spaventevole dell’inquinamento morale dell’Italia, sono le piaghe cancrenose della nostra Patria, l’immoralità trionfante nel governo».

Queste parole sono tratte dal testo teatrale, “La mafia”, che Don Luigi Sturzo, fece rappresentare nel febbraio del 1900 al Teatro Silvio Pellico, di Caltagirone, sua città natale e che per la prima volta in assoluto osavano raccontare il fenomeno mafioso.

Don Ciotti conclude poi con un’ultima osservazione.  Specifica che non basta tagliare l’erba in superficie, perché l’ultima mafia è sempre la penultima, perciò si deve estirpare il marcio dalla radice altrimenti si rigenererà e per farlo bisogna salvaguardare le Istituzioni che sono sacre e potenziare l’educazione fondandola sui tre pilastri del vivere civile: Impegno, Memoria, Cultura.

Finché non ci saranno abbastanza conoscenze sull’argomento, la mafia continuerà ad esistere ma ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte.

 

Il teatro è un’isola di libertà

di Giulia Masullo, 2 d.

Nel centro di Copenaghen è presente sospesa nell’acqua un’isoletta di cristallo, è il teatro nazionale  danese : l’Opera di Copenaghen.

È noto per essere uno tra i teatri più moderni al mondo, nonché il più costoso mai costruito .

Infatti presenta una costruzione architettonica totalmente differente da quelli del resto di Europa: il teatro nazionale danese è interamente costruito in vetro e grazie a questa scelta di materiali sembra proprio di essere sospesi sull’acqua.

In generale non si trovano teatri europei con queste caratteristiche, ciò ci permette di apprezzare al meglio questo spazio così inusuale quanto suggestivo.

L’esterno del teatro è caratterizzato da vetro e da un rivestimento in pietra calcarea, è posto su un sistema di costruzione a palafitte completamente circondato dai tipici canali danesi, progettati per creare un atmosfera al suo interno diversa da quella classica .

Qui ogni spettatore ha la possibilità di dare sfogo alla propria creatività e proprio per questo lo spazio vuoto presente nel teatro non per forza deve essere inteso come ambiente non sfruttato ma come luogo di libertà creativa.

Infatti questo non è assolutamente un teatro povero, fattore testimoniato anche dal costo elevatissimo per la costruzione, pari ai 500 milioni di dollari investiti dal governo danese, ma è un teatro diverso non solo per l’arredamento più minimalista e moderno, ma soprattutto per la libertà che lascia a chi lo visita.

Lasciando molto spazio alla modernità all’interno del teatro possiamo notare che gli spazi hanno uno scopo dunque diverso: si punta più sulla diversità piuttosto che alla bellezza vera propria .

Per accedere all’edificio  sono stati costruiti una serie di ponti fatti interamente di quercia, i quali sono a loro volta raggiungibili grazie ad un’organizzazione di battelli che permettono di prelevare gli spettatori per farli accedere all’interno del teatro.

Nyhavn

Questi battelli si possono prendere in uno dei canali principali e più famosi di Copenaghen: il Nyhavn il vecchio porto di Copenaghen.

Il teatro può ospitare tra i 1492 e i 1703 spettatori, a seconda delle dimensioni dell’orchestra .

Ovviamente tra queste numerose persone non può mancare il posto per la regina Margherita II di Danimarca, la quale ha un suo palchetto privato presso la parte più a sinistra dell’auditorium.

Questo arrangiamento per niente convenzionale è stato scelto perché la regina ama stare vicino al palco per vedere gli artisti che si preparano nel backstage prima di salire sulla scena, differentemente da quanto le sarebbe concesso se fosse seduta in una posizione più centrale .

Possiamo dire che il teatro non ha epoca, tempo o stile, è una sfera di cristallo che ospita e protegge al suo interno anni e anni di cultura e per quanto esso possa essere particolare rappresenta un punto fermo e saldo nel tempo che riesce a evocare ed esaltare la magia dell’arte umana.