Il nostro migliore amico a quattro zampe … robotiche.

di Alessandro Pastore, Giovanni Agosti, Tommaso Agostini, classe 3B – Liceo classico A. D’Oria

Spot, il cane robot che il 21 maggio ha camminato e saltellato, per la gioia degli studenti, lungo i corridoi e nell’Aula di fisica del Liceo D’Oria è nero e giallo, pesa circa 30 chili, risponde ai comandi di un joystick e può vedere e riconoscere gli ostacoli sul suo cammino grazie a cinque telecamere e a un sistema di sensori.

La struttura meccanica di Spot è stata acquistata dalla statunitense Boston Dynamics, ma il software che lo fa muovere è stato creato dai ricercatori del laboratorio RICE dell’Università di Genova.

Antonio Sgorbissa, docente di robotica presso l’ateneo genovese ha spiegato agli studenti che l’obiettivo è quello di rendere più intelligente possibile Spot affinché possa essere utilizzato in situazioni estreme come terremoti e incendi. Attraverso il cane robot e le sue telecamere è possibile vedere cosa sta accadendo per poi impiegare successivamente le forze umane, con minore rischio.

Il cane robot  – ha spiegato Zoe Betta, dottoranda in Robotica e addestratrice ufficiale di Spot – è in grado di captare i rumori emessi da eventuali persone sopravvissute, di interagire con loro e comprendere la loro condizione. Inoltre è in grado di percepire eventuali crepe nei muri danneggiati. Spot ovviamente non sostituisce i cani normali o i soccorritori della Protezione civile, ma li affianca affinché le operazioni di salvataggio siano più veloci e efficaci.

E lo fa tanto bene che ha già vinto un premio, trionfando nella gara di cani robot svoltasi all’European Robotic Forum, svoltosi a Rimini lo scorso 15 marzo: si è dimostrato il più agile e veloce nel superare ostacoli lungo un percorso dato.

Spot potrà essere utilizzato anche per ispezionare le stive delle navi prima delle operazioni di scarico per rilevare eventuali situazioni pericolose dopo le mareggiate che spesso compromettono la stabilità del carico.

Sgorbissa ci ha tenuto a precisare che la ricerca è continua e l’Università di Genova sta andando avanti ragionando su nuove possibilità di applicazione del cane robot.