Rai: dietro le quinte

Di Anita Corsi, Alexandra Delrio,  Lorenzo Moretti, Beatrice Pincelli, Giulia Portalupi, Federica Tanca, Emma Zini, 2B

La 2B si avventura nel backstage della Rai

Avere l’opportunità di visitare la sede regionale della Rai a Genova è stato davvero emozionante perché ci ha consentito di vedere per la prima volta quello che in futuro potrebbe diventare il nostro lavoro, veder applicare nella realtà tutto ciò che studiamo o vediamo in televisione tutti i giorni, attraverso una visita esclusiva ed unica per scoprire i segreti del mondo dei media.

Guarda il video con la nostra esperienza 

Durante il tour abbiamo avuto accesso alle tecnologie all’avanguardia e ai processi creativi che alimentano la produzione di contenuti televisivi e radiofonici. Dallo studio alla regia, ogni angolo della sede ha svelato un aspetto affascinante del lavoro che permette la realizzazione di programmi che raggiungono ogni giorno milioni di italiani. Un’esperienza che ha stimolato riflessioni sul ruolo dei media nella società contemporanea e sull’evoluzione del giornalismo e della comunicazione.

I giornalisti e i tecnici coinvolti nel progetto “Rai porte aperte” hanno iniziato la visita illustrandoci con un breve discorso introduttivo quello che sarebbe stato il programma della giornata, poi ci hanno accompagnato negli studi di registrazione.

Abbiamo simulato un servizio radiofonico; guidati dalla giornalista Ilaria Linetti, i responsabili del progetto ci hanno mostrato come realizzare un servizio, tra cabine di regia e conduzione. In questa fase abbiamo simulato e imparato a mandare in onda la sigla di testa e di coda del telegiornale, a introdurre servizi di inviati e a regolare le impostazioni audio. Questo è stato uno dei momenti più interessanti della visita perché ci ha permesso di constatare l’enorme lavoro necessario per produrre ogni servizio giornalistico, anche della durata di pochi minuti. Abbiamo capito che il giornalista e il tecnico devono comprendersi e intendersi rapidamente e  che alla messa in onda del telegiornale deve collaborare tutta la redazione .

Abbiamo visitato anche l’archivio dove vengono custoditi i servizi audio e video che la Rai ha realizzato nel corso degli anni. Abbiamo avuto la possibilità di verificare che anche il materiale dell’archivio storico sta venendo via via digitalizzato: questo è il luogo dove si incontrano il passato e il futuro del giornalismo ed è stato affascinante poter ammirare questo delicato e complicato processo da vicino.

Siamo poi stati accompagnati nello studio dove si registra in diretta il telegiornale regionale.

Ci è stata data la divertente ed emozionante possibilità di simulare una diretta del Tg, di calarci nei panni di conduttori, giornalisti ed inviati speciali, di tecnici e direttori della regia. Abbiamo imparato anche attraverso la pratica che per la riuscita del telegiornale è necessaria una grande collaborazione tra tutte le figure professionali e che, quando si va in onda in diretta, bisogna saper gestire  l’errore e non fermarsi.

Confrontandoci tra noi, una volta terminata la visita, ci siamo accorti che siamo rimasti tutti particolarmente colpiti dallo studio televisivo che fino a quel momento avevamo visto solo sullo schermo.

Quest’esperienza è stata molto importante per il nostro orientamento professionale: oltre al fatto che per la prima volta abbiamo potuto vedere dal vivo dei professionisti all’opera, i responsabili della visita si sono dimostrati molto disponibili e attenti nel rispondere alle nostre domande, fornendoci  numerosi consigli utili per la scelta del percorso di studi.

La professione del giornalista, hanno ribadito, è in parte un lavoro di sacrifici, ma anche di grande stimolo e soddisfazione.

Il teatro è un’isola di libertà

di Giulia Masullo, 2 d.

Nel centro di Copenaghen è presente sospesa nell’acqua un’isoletta di cristallo, è il teatro nazionale  danese : l’Opera di Copenaghen.

È noto per essere uno tra i teatri più moderni al mondo, nonché il più costoso mai costruito .

Infatti presenta una costruzione architettonica totalmente differente da quelli del resto di Europa: il teatro nazionale danese è interamente costruito in vetro e grazie a questa scelta di materiali sembra proprio di essere sospesi sull’acqua.

In generale non si trovano teatri europei con queste caratteristiche, ciò ci permette di apprezzare al meglio questo spazio così inusuale quanto suggestivo.

L’esterno del teatro è caratterizzato da vetro e da un rivestimento in pietra calcarea, è posto su un sistema di costruzione a palafitte completamente circondato dai tipici canali danesi, progettati per creare un atmosfera al suo interno diversa da quella classica .

Qui ogni spettatore ha la possibilità di dare sfogo alla propria creatività e proprio per questo lo spazio vuoto presente nel teatro non per forza deve essere inteso come ambiente non sfruttato ma come luogo di libertà creativa.

Infatti questo non è assolutamente un teatro povero, fattore testimoniato anche dal costo elevatissimo per la costruzione, pari ai 500 milioni di dollari investiti dal governo danese, ma è un teatro diverso non solo per l’arredamento più minimalista e moderno, ma soprattutto per la libertà che lascia a chi lo visita.

Lasciando molto spazio alla modernità all’interno del teatro possiamo notare che gli spazi hanno uno scopo dunque diverso: si punta più sulla diversità piuttosto che alla bellezza vera propria .

Per accedere all’edificio  sono stati costruiti una serie di ponti fatti interamente di quercia, i quali sono a loro volta raggiungibili grazie ad un’organizzazione di battelli che permettono di prelevare gli spettatori per farli accedere all’interno del teatro.

Nyhavn

Questi battelli si possono prendere in uno dei canali principali e più famosi di Copenaghen: il Nyhavn il vecchio porto di Copenaghen.

Il teatro può ospitare tra i 1492 e i 1703 spettatori, a seconda delle dimensioni dell’orchestra .

Ovviamente tra queste numerose persone non può mancare il posto per la regina Margherita II di Danimarca, la quale ha un suo palchetto privato presso la parte più a sinistra dell’auditorium.

Questo arrangiamento per niente convenzionale è stato scelto perché la regina ama stare vicino al palco per vedere gli artisti che si preparano nel backstage prima di salire sulla scena, differentemente da quanto le sarebbe concesso se fosse seduta in una posizione più centrale .

Possiamo dire che il teatro non ha epoca, tempo o stile, è una sfera di cristallo che ospita e protegge al suo interno anni e anni di cultura e per quanto esso possa essere particolare rappresenta un punto fermo e saldo nel tempo che riesce a evocare ed esaltare la magia dell’arte umana.