Dalla pietra alla carta: la storia attraverso la codicologia

Il 23 gennaio 2025, la professoressa Sandra Macchiavello ha introdotto gli studenti del liceo classico Andrea D’Oria alla Codicologia, disciplina che studia il manoscritto, cioè qualsiasi documento scritto a mano, che può essere in forma di codice, libro o pergamena. La codicologia nasce da altre due discipline: la paleografia, che analizza l’evoluzione della scrittura, e la filologia, che si occupa di ricostruire testi originari tramite l’analisi critica.

Questa disciplina non studia il contenuto o il valore storico dei manoscritti, ma si concentra sul supporto utilizzato per scrivere, tracciando un percorso che va dal papiro, alla pergamena, alla carta, fino alla probabile transizione digitale. In passato, i primi supporti di scrittura includevano materiali come argilla, terracotta e metallo, poi si passò a supporti organici come pelle e seta. Il papiro, che divenne molto diffuso nel IV sec. a.C., venne sostituito dalla pergamena nel II sec. a.C. La pergamena, ottenuta dalla pelle di animali, venne inventata a Pergamo per via della concorrenza egiziana nel commercio di papiro. La carta, sviluppata in Cina nel II sec. a.C., arrivò in Europa grazie agli Arabi nel XI secolo.

Molti manoscritti giunti fino a noi risalgono al Medioevo, periodo in cui i monaci amanuensi copiavano a mano testi di grande valore culturale. Un esempio celebre è il Codex Gigas, noto anche come la “Bibbia del Diavolo”, conservato a Praga. Prima dell’invenzione della stampa, la circolazione dei testi era limitata, e la copia dei libri avveniva manualmente, anche negli ambienti universitari.

Dal Medioevo cominciarono a diffondersi anche i manoscritti miniati, decorati con pitture, inizialmente rosse, per abbellire le lettere iniziali. Oggi, i manoscritti sono considerati documenti preziosi non solo per il loro contenuto, ma anche per il processo storico e culturale che li ha resi parte del nostro patrimonio.

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